L'imposta provinciale sull'assicurazione Rc auto potrebbe aumentare dal 12,5% fino al 16% anche sul territorio delle regioni a statuto speciale. L'ipotesi è contenuta nelle bozze del decreto fiscale e per ora rimane tale: se anche fosse confermata nella versione definitiva del provvedimento, occorrerebbe poi verificare la sua reale fattibilità. Potrebbe infatti ripetersi quanto già accaduto in autunno per l'Ipt (Imposta provinciale di trascrizione, l'onere più pesante che grava sulle immatricolazioni e i passaggi di proprietà): alcune Province (nel caso dell'Ipt è accaduto a Trento e Bolzano) potrebbero avvalersi dei rispettivi statuti per disapplicare la norma statale, nonostante essa stabilisca espressamente che i rincari valgono per tutto il territorio nazionale. Nel caso dell'imposta sull'Rc auto, la questione è ancora più delicata: essa è il tributo che garantisce il maggior gettito in assoluto alle Province, seguito dall'Ipt. Un provvedimento di tali proporzioni avrebbe effetti nefasti su tutto il comparto e l'aggravio per i cittadini risulterebbe oltremodo consistente, provocando ulteriore sofferenza economica alle famiglie italiane già oberate da miriadi di balzelli inutili. Quando si parla di pressione fiscale ritengo sia giusto non solo parlare di Irpef, ma anche di queste odiose tasse "minori" che incidono pesantemente sui bilanci familiari, riducendo sempre di più il potere d'acquisto. L'auspicio è che, in tal senso si possa fare marcia indietro, anche se il vampirismo governativo degli ultimi tempi lascia ben poche speranze.
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