Qualcuno ci aveva pensato, una polizza anti calamità naturali obbligatoria era stata proposta, senza successo, dal secondo governo D’Alema, inserita, poi, dal governo Berlusconi nella bozza della finanziaria del 2005 e, di nuovo, dal governo Prodi in quella del 2007.
Le proteste erano, però, arrivate da più parti. In prima linea le assicurazioni, ritenendo quello dei disastri naturali un rischio troppo oneroso per il sistema assicurativo e, sullo stesso fronte, la proprietà immobiliare e le Associazioni dei Consumatori.
In effetti, i costi dei disastri naturali sono tali che perfino le risorse pubbliche sono spesso insufficienti a ricompensare le perdite economiche subite dai singoli.
L’anno scorso è stato un anno record per quanto riguarda i costi, prima di tutto umani e poi economici, delle calamità naturali. Nel 2008, tifoni, alluvioni e terremoti hanno causato oltre 220.000 vittime e danni per almeno 200 miliardi di Dollari.
Ma i rischi a cui può essere esposta la nostra casa, oltre a quelli legati alle catastrofi naturali, sono molti eppure appena il 25% della popolazione italiana è in possesso di un’assicurazione sulla casa.
Generalmente, le garanzie base offerte da tutte le polizze, sono quelle contro gli incendi, i furti, i danni a impianti domestici, lo scippo, la rapina e i danni provocati a terzi. Inoltre, le polizze assicurative, cosiddette “incendio”, assicurano, normalmente, anche gli eventi atmosferici ( vento, bufere, trombe d’aria e grandine), per quanto riguarda, invece, slavine, inondazioni, terremoti o altri disastri naturali, non tutte le compagnie accettano il rischio, soprattutto, sembra un paradosso, se in quella zona il pericolo esiste.
E’, invece, obbligatoria, ed è già inclusa nelle nostre bollette, una polizza contro i rischi derivanti dall’utilizzo del gas.
Un’altra garanzia, può, infine, essere prevista alla sottoscrizione del mutuo. In qualche caso, la banca può pretendere che vengano stipulate delle polizze dedicate alla tutela dell’immobile o delle persone coinvolte. La banca non vanta alcuna titolarità sulle somme di un eventuale indennizzo ma, in forza del vincolo, potrà imporre che vengano utilizzate per estinguere parzialmente il debito collegato.
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