Il tradizionale appuntamento con gli stipendi dei manager che governano i gruppi assicurativi quotati in Borsa incrocia quest'anno una novità. E cioè le critiche dell'Isvap alla relazione sulle remunerazioni di Fonsai, giunte a sorpresa prima dell'assemblea di bilancio della società. Secondo l'Authority guidata da Giancarlo Giannini, l'impianto della relazione era lacunoso e dovevano essere forniti più dettagli e precisazioni sui criteri seguiti per l'assegnazione dei compensi. In particolare l'Isvap ha puntato l'indice sul supercompenso del presidente Jonella Ligresti (2 milioni e mezzo di euro). Ha, infatti, sostenuto che, nonostante la rinuncia della Ligresti a tutti i poteri esecutivi fatta a luglio 2011, non era stato modificato l'importo lordo del suo emolumento. Morale: l'assemblea non ha approvato le politiche di remunerazione.
I tre vicepresidenti Giulia Ligresti, Massimo Pini e Antonio Talarico riscuotono rispettivamente 837.000 euro, 1,1 milioni di euro e 2,1 milioni di euro, mentre all'amministratore delegato Emanuele Erbetta spettano circa 2 milioni (in tutti i casi sono compresi i vari incarichi nelle società controllate e collegate). Quanto al direttore generale Piergiorgio Peluso, per i suoi primi sei mesi di attività, ha ricevuto 660 mila euro.
Passiamo ora alla corazzata del mercato assicurativo. Il Gruppo Generali continua ad avere fastidi dal suo ex presidente francese Antoine Bernheim (per un decennio il più pagato in assoluto del mercato assicurativo) al quale è saltata la mosca al naso quando ha scoperto che il suo successore, l'altro ex Cesare Geronzi, ha ricevuto una liquidazione-monstre. Senza entrare nei dettagli di questa vicenda, l'ultima assemblea triestina ha ospitato feroci critiche nei confronti di Geronzi, che ha fatto ben fruttare la sua breve permanenza a Trieste (meno di un anno) portandosi a casa 17,8 milioni di euro, comprensivi di buonuscita: un bottino che gli permette di piazzarsi tra i manager più pagati dell'intero mercato.
Decisamente più sobrio l'emolumento dell'attuale presidente Gabriele Galateri di Genola, pari a 584.000 euro. Non solo. Forse perché scottati dai precedenti, a Galateri non sono stati accordati trattamenti di fine mandato né sono previste indennità nell'eventualità di cessazione anticipata dell'incarico. In clima di austerità, e in coerenza con i risultati dell'ultimo esercizio, i due amministratori delegati delle Generali hanno, invece, visto dimezzare la parte variabile del loro compenso. Tra bonus e compensi fissi al Ceo e direttore generale Giovanni Perissinotto sono toccati 2,35 milioni di euro contro i 3,4 milioni dell'anno precedente, mentre a Sergio Balbinot, a sua volta amministratore delegato e direttore generale del gruppo triestino con responsabilità sui mercati esteri, sono andati 2,7 milioni contro i 3,5 dell'anno prima. Il vicepresidente delle Generali, Vincent Bolloré, ha incassato 215.000 euro, i due ex vicepresidenti Francesco Gaetano Caltagirone e Alberto Nagel hanno ricevuto rispettivamente 277.000 euro e 243 mila (questi ultimi girati interamente a Mediobanca, di cui Nagel è amministratore delegato).
Il direttore generale Raffaele Agrusti ha, invece, ricevuto un compenso di 1,57 milioni di euro (comprensivo di bonus) e il direttore generale, responsabile del mercato italiano, Paolo Vagnone, 915 mila euro. Mentre i 13 dirigenti con responsabilità strategica hanno ricevuto in totale, per soli emolumenti, 3,5 milioni (esclusi bonus, benefici non monetari e altri compensi).
A Verona, nel Gruppo Cattolica, l'amministratore delegato Giovanni Battista Mazzucchelli ha percepito un compenso (comprensivo di tutto) di 2,3 milioni di euro. Il presidente, Paolo Bedoni, ha preso 771 mila euro. Al direttore generale, Marco Cardinaletti, spettano, invece, 747 mila euro, tenendo anche conto di bonus e incentivi.
A Bologna, nel Gruppo Unipol, il direttore generale e amministratore delegato Carlo Cimbri, ha emolumenti per 2,3 milioni, che comprendono il compenso da lavoro dipendente e il bonus. Il presidente Pierluigi Stefanini riceve 798 mila euro, il vice, Piero Collina, 207 mila. I 12 dirigenti con responsabilità strategiche incassano complessivamente circa 3,6 milioni, comprensivi di bonus.
Come si vede, nessuno nella famiglia dei manager del settore assicurativo risente della crisi e nessuno sa cosa sia.